Ciao Ando

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Dal suo blog “Fotocrazia” Michele Smargiassi ci ha dato una triste notizia purtroppo confermatami poi da altri amici.

Ando Gilardi ci ha lasciato. Avrebbe compiuto 91 anni il prossimo giugno ma malgrado il fisico gravemente provato, aveva ancora mente lucida e spirito battagliero.

L’avevo conosciuto nel 1969 a Verbania dove in contemporanea si erano svolti, nell’elegante cornice del Kursaal, il 21° Congresso FIAF e il 1° Incontro Nazionale di Fotografia organizzato dal CIFe, eventi che avevano richiamato oltre tremila fotografi d’ogni parte d’Italia.

Ne era nato uno scontro tra i “fotografi delle pecore” ed i “fotografi impegnati” ed il sottoscritto e Ando Gilardi eravamo nelle due opposte barricate sì che ambedue ci scontrammo verbalmente con accanimento senza però smuoverci dalle nostre convinzioni.

Il tempo mitigò le nostre posizioni: già nel 1974, al Congresso FIAF di Spotorno, Ando Gilardi fu più conciliante ed anche noi “fotografi delle pecore” cominciammo ad interessarci più seriamente di quanto avveniva attorno a noi.

Ando Giraldi non disconobbe poi l’importante funzione di noi fotoamatori sì che nel 1976 così si esprimeva nella sua “Storia sociale della fotografia”:

“…Ogni analisi e discorso sulla FIAF , se non può ignorare i fatti quali sono, e darne una possibile interpretazione storica, non può nemmeno trascurare la realtà culturale e sociale che l’organizzazione rappresenta. Ai fotoclub sono associati migliaia di amatori animati da sincera passione artistica, ammirevoli nella genuinità della sua manifestazione. Dalla FIAF sono inoltre sgorgate alcune validissime personalità e fotoclub che seppero sviluppare iniziative culturali tra le poche di cui può gloriarsi la fotografia italiana. …”

Non avemmo molte occasioni poi di incontrarci ma rimanemmo in contatto legati dalla comune passione e da reciproca stima: con l’ultima sua e-mail di alcuni mesi fa mi ringraziava per l’invio della mia Rassegna Stampa mensile sulla fotografia (ora interrotta per motivi di salute ma che mi riprometto riprendere quanto prima) complimentandosi per l’iniziativa.

Lo ringraziamo per tutto quello che ci ha dato e lasciato e per concludere vale ricordare quanto riportato in calce ad un’intervista che apparve sul blog di Click.it lo scorso anno:

    “Ando Gilardi è uno dei mostri sacri della fotografia in Italia: amato, osservato, apprezzato, disprezzato, odiato. In ogni caso: un gigante, un personaggio impossibile da ignorare.”

Ciao Ando

Un commento su “Ciao Ando”

  1. Dopo aver letto le righe di Gustavo ho cercato in rete un po’ di cose su Ando Gilardi e devo dire che “un personaggio impossibile da ignorare” è la definizione più azzeccata! Riporto qui un brano che ho trovato come didascalia ad uno delle sue video-interviste che pubblicava di tanto in tanto su youtube e che rendono un po’ l’idea di quanto singolare fosse come critico e fotografo:

    “Tanti hanno creduto di “spiegare” subito la Fotografia chiamandola Arte: dunque hanno pensato esiste l’arte del disegno, della pittura, della scultura, dell’incisione … eccetera e adesso ecco che è arrivata anche l’arte della Fotografia…. Immaginate una cosa: nel 1839 invece del dagherrotipo è stato scoperto il registratore e uno ha registrato, ad esempio, il raglio di un asino. Poi lo ha fatto ascoltare dicendo è nata la musica del raglio, è nata la musica dell’asino! …. Stupido vero? Ebbene invece del raglio ha registrato l’immagine dell’asino e adesso grida è nata l’arte degli asini, è nata l’arte degli asini..”

    Grazie Gustavo per i tuoi aneddoti sempre interessanti.

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