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Il 13 novembre si inaugura la mostra PORTFOLIO IERI E OGGI

Sabato 13 novembre alle ore 17.30 verrà inaugurata la mostra fotografica “Portfolio Ieri e Oggi” allestita a Padova presso le Stanze della Fotografia di Palazzo Angeli (Prato della Valle 1/A).

La mostra, visitabile sino al 5 dicembre,  nasce da un progetto sviluppato dal Gruppo Fotografico Antenore BFI e dall’Università Popolare di Padova in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova.

Si è voluto esplorare il concetto di portfolio fotografico così come sviluppatosi e modificatosi nel tempo. A tal fine, grazie ad una oculata ricerca storica, si sono individuate alcune opere di fotografi di metà del secolo scorso (Fernando De Marzi, Gustavo Millozzi, Luigi Sacchetto, Luciano Scattola) che, a vario titolo, sono risultati collegati all’Università Popolare di Padova e le si è volute avvicinare a dieci portfolio proposti da alcuni soci del Gruppo Fotografico Antenore BFI (Giuseppe Bizzotto, Michela Checchetto, Massimo Di Vinci, Fabio Favarin, Ornella Francou, Donatello Mancusi, Alessandro Nalin, Lorenzo Ranzato, Massimo Santinello, Corina Veronese) .

Ma un portfolio cos’è? Per dare risposta al quesito ci piace richiamare le parole di Silvano Bicocchi, Direttore Dipartimento Cultura e Docente della FIAF: “è un complesso coerente di immagini che funziona nel produrre nel lettore la consapevolezza di aver acquisito una conoscenza. Non importa quale tipo di conoscenza se documentaria, se concettuale, se estetica, se emozionale, se una certezza o se un enigma ecc…. Non importa se la struttura linguistica è un filante fotoracconto, o una icastica fotopoesia, oppure un razionale incastro concettuale, o un leggiadro sognare. O… altro ancora, l’importante è che funzioni!

Si tratta dunque di singoli “nuclei narrativi” composti da un gruppo omogeneo di immagini correlate da un preciso significato ed una idea centrale. Abbiamo così inteso offrire a coloro che vorranno visitare la presente mostra la visione di alcuni “racconti fotografici” certi che il titolo che abbiamo voluto darle, ovvero “Portfolio ieri e oggi”, rappresenti una suggestione per un confronto storico ma anche la testimonianza di una continuità espressiva che si espande, si modifica e (forse) si evolve ma che soprattutto, ieri come oggi, non perde la sua forza narrativa.

Michela Checchetto  – Presidente Gruppo Fotografico Antenore BFI,  Delegata FIAF Regione Veneto

Pier Luigi Fantelli – Presidente Università Popolare di Padova

Gustavo Millozzi – Presidente Onorario Gruppo Fotografico Antenore BFI

 

18 settembre – 17 ottobre: il GFA festeggia i suoi 30 anni con la mostra a Palazzo Angeli

 

 

“1991-2021 Gruppo Fotografico Antenore BFI”

18 settembre – 17 ottobre 2021

Palazzo Angeli, Stanze della fotografia

Prato della Valle 1/A, Padova

Ingresso libero

Sabato 18 settembre verrà aperta al pubblico la mostra fotografica “1991-2021 Gruppo Fotografico Antenore BFI” allestita a Padova presso le Stanze della Fotografia di Palazzo Angeli (Prato della Valle 1/A).

Inaugurazione domenica 19 settembre ore 11.30.

L’esposizione, organizzata dal Gruppo Fotografico Antenore BFI nell’ambito del “Photo Open Up” Festival Internazionale di Fotografia in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, rimarrà visitabile fino al 17 ottobre con orari 10-18 nei giorni venerdì, sabato e domenica.

Il Gruppo Fotografico Antenore BFI, attraverso questa mostra, vuole festeggiare il proprio trentennale dalla fondazione.

Le foto esposte ambiscono a rappresentare uno spaccato della produzione fotografica di 31 degli attuali soci del GFA (Antonio Coppola, Andrea Gasparotto, Aldo Callegaro, Alessandro Renier, Alessandro Nalin, Corina Veronese, Davide Bianchini, Donatello Mancusi, Donatella Tormene, Fabio Favarin, Francesco Nardi, Francesca Prearo, Giuseppe Bizzotto, Gabriele Mazzucco, Giorgio Tognon, Isabella Fiore, Lorenzo Ranzato, Massimo Calvani, Michela Checchetto, Massimo Di Vinci, Massimo Santinello, Ornella Francou, Pasquale Minuto, Roberto Iannitti, Roberta Lotto, Samuele Boldrin, Stefano Barbieri, Sandra Furlan, Stefania Parise, Vincenzo Pellizzaro, William Pezzetta) ai quali è stato richiesto di proporre le loro migliori immagini di paesaggio, ritratto e street photography: tematiche che si è voluto essere tra loro collegate dal concetto della centralità dell’uomo.

Una menzione a parte merita la sezione della mostra dedicata al nostro Presidente Onorario, Gustavo Millozzi, e ai nostri Soci Onorari: Gianni Berengo Gardin, Elio Ciol, Mario Lasalandra, Nino Migliori, Renzo Saviolo.

I Maestri, ai quali va la nostra gratitudine, hanno generosamente messo a disposizione due loro immagini che senza alcun dubbio aggiungono valore all’esposizione fotografica.

E’ stato inoltre realizzato un catalogo inserito nella collana Monografica della FIAF.

Un ringraziamento da parte del GFA a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa occasione espositiva ma soprattutto alla trentennale storia della nostra associazione.

MC

 

 

Il 18 settembre Gustavo Millozzi inaugura la mostra “VENEZIA 1957-1963 / TERRE 1967-1981”.

Cari soci ed amici del GFA,
con grande piacere vi informo che il nostro presidente onorario Gustavo Millozzi da sabato 18 settembre a domenica 17 ottobre esporrà presso Palazzo Zuckermann a Padova, la sua mostra “VENEZIA 1957-1963 / TERRE 1967-1981”.
(Inaugurazione sabato 18 settembre alle 16.30)
La mostra, inserita nell’ambito del Festival Internazionale di Fotografia – Photo Open Up e recante il riconoscimento di FIAF, rappresenta una occasione imperdibile per apprezzare la fotografia d’autore.
Di seguito la narrazione del Maestro Millozzi circa i contenuti della sua mostra.
Vi aspettiamo!
Michela Checchetto
 
 
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VENEZIA 1957 – 1963
Tutti conoscono Venezia, in tutto il mondo, per le sue bellezze architettoniche e la sua particolare configurazione urbanistica per cui ho sempre tralasciato nelle mie immagini di riservare la mia attenzione ai suoi aspetti più noti. La Serenissima ha tante cose in più da offrire al nostro sguardo oltre a PalazzoDucale, a Piazza San Marco con la sua Basilica ed alle gondole specialmente se ci si inoltra nelle “fòdare” come vengono in dialetto chiamate le zone periferiche più genuine e meno frequentate dal turismo di massa. Ho abitato a Venezia per oltre vent‘anni: avevo sei anni quando sono arrivato e proprio allora mi è stata regalata la mia prima macchina fotografica, una Zeiss Ikon Baby Box con la quale ho realizzato i miei primi scatti in ambito familiare: avevo quattordici anni quando con l’acquisto di una Comet Bencini ho cominciato a fotografare, seguita velocemente da altri migliori apparecchi, anche gli amici e la città con la sua gente. Di tali immagini ho purtroppo solo un ricordo dato che di esse nel tempo sono andati persi pure i negativi. Ho poi avuto la fortuna di fare amicizia con il figlio di uno dei soci del Circolo Fotografico “La Gondola” e nel 1957 sono stato generosamente (Paolo Monti apprezzò particolarmente alcune mie fotografie di bimbi veneziani) ammesso a far parte di quel sodalizio che era stato già universalmente riconosciuto quale messaggero della “Ècole de Venise” ove il codice fotografico era stato collegato, con un linguaggio inedito derivato dal neorealismo, ad una attenta osservazione della città, dei suoi abitanti, della sua laguna, come pur io sentivo di voler esprimermi. Avevo allestito, da oltre quattro anni nella soffitta della mia abitazione, una camera oscura dove per quasi un decennio ho stampato le fotografie: consigli tecnici che mi furono dati da uno dei soci del Circolo mi furono preziosi ed è così che ho cominciato ad inviare alle mostre i miei lavori che furono via via sempre più accettati ed anche premiati. Questo fu l’inizio del mio lungo viaggio, non ancora terminato, nel mondo della Fotografia. Ho sempre prediletto, nel ritrarre Venezia, città che considero mia d’adozione e che amo profondamente, l’uso del bianco e nero che spero mi abbia permesso, con chiarezza e senza fioriture, di raccontare la vita, il vero volto di questa città ed il tempo in cui vi ho vissuto, senza distrarre col colore, che reputo non mi avrebbe permesso di far conoscere oggi la vita, gli aspetti compositivi e le emozioni che mi avevano coinvolto. È una Venezia intima che ho voluto fissare, quella che racconta il lento e tranquillo trascorrere delle ore e dei giorni, di un vivere forse perso per sempre, quello delle “ciàcole” in stretto dialetto agli angoli di un ponte o sulle porte prospicenti ad anguste calli, la città in cui ancora erano padroni i grigi colombi e nelle barene se ne stavano i bianchi “cocàì”, dove l’”aqua alta” era considerata un evento da aspettarsi e da accettare e che mai si sarebbe pensato arrivasse anni dopo come “aqua granda”. Mi auguro così che possiate rivivere attraverso i miei occhi Venezia e che anche voi la vediate ed amiate, anche se ora mutata, come città viva ed eterna.
 
TERRE 1967-1981
Non ricordo precisamente come ho scoperto i luoghi oggetto delle “Terre”, forse per caso, passando per lavoro in auto nella zona di Mira alla fine degli anni Sessanta: avevo sempre con me la macchina fotografica e ho cominciato a scattare le prime immagini.
Da quel giorno ci sono tornato molte volte, per oltre dieci anni, affascinato dal colore – una novità per me convinto sostenitore della fotografia in bianco e nero – e dalla materia, da quel terreno così particolare, modificato dall’uomo, tanto da diventare una superficie innaturale e irreale.
Ho sacrificato numerose paia di scarpe, indumenti ed attrezzature per addentrarmi a documentare quel paesaggio unico, così irrimediabilmente violato dal materiale chimico che paradossalmente lo generava. Questo processo modificava il terreno settimana, dopo settimana, scatto dopo scatto, portandomi a documentare, con il passare degli anni, la completa scomparsa della natura.
Approfondendo in seguito l’origine di queste terre ho potuto appurare come si trattasse di un deposito di ceneri di pirite, materiale di scarto dagli impianti per la produzione di acido solforico di Porto Marghera, al quale si aggiunse nel tempo altro materiale, sempre di scarto che causò un vero disastro ambientale inquinando irrimediabilmente l’area…
Mentirei se affermassi che questi scatti nascono da una volontà di denuncia: il mio iniziale intento di realizzare delle fotografie che cogliessero la bellezza del colore e della materia non è mai venuto meno, ma è diventato ricerca, anche ostinata, di come la natura cerchi sempre, nonostante tutto, la vita.

 

Elio Ciol inaugura la mostra LIBYA INFELIX

📌📌📌 Domani, sabato 24 luglio, alle ore 18.30 presso la Biblioteca Civica di PORDENONE si terrà l’inaugurazione della mostra “LIBYA INFELIX antiche rovine su cui costruire una nuova storia” del nostro socio onorario ⭐ELIO CIOL
La mostra fotografica è organizzata nell’ambito del festival DEDICA allo scrittore Premio Pulitzer Hisham Matar.
Nelle fotografie che Elio Ciol ha realizzato nel 2002 a Leptis Magna, Sabratha, Cirene e in altri siti della Libia.
Le vestigia antiche ci dicono ancora di un tempo in cui culture diverse si sono sovrapposte e rimescolate, nell’auspicabile prospettiva di una prospera convivenza e talvolta in quella dei sogni di gloria. E tuttavia, in realtà, è la storia stessa che per il tramite di quelle rovine e di queste immagini continua ad invitarci a una riflessione, certo sul passato ma soprattutto sul presente.
La mostra rimarrà visitabile sino al 4 settembre.
 

I “Respiri di Viaggio” di Elio Ciol in mostra a Casarsa della Delizia

 

Cari soci e amici del GFA, vi segnalo con piacere un altro evento espositivo di un nostro socio onorario.

ELIO CIOL è in mostra  FINO AL 26 SETTEMBRE a Casarsa della Delizia (Pordenone) con la sua

“RESPIRI DI VIAGGIO”

(Foto: Elio Ciol, Sfinge (1980, Giza) © Elio Ciol)

Si tratta di un’esposizione di 120 opere, di cui la gran parte inedite e molte a colori, che documenta 30 anni di viaggi di Elio Ciol, dalle sponde del Mediterraneo all’Est europeo, dal Medio Oriente lungo la Via della Seta fino a toccare Cina e Mongolia: “momenti di privato incanto” di fronte a nuove, inaspettate armonie per scoprire l’arte di Ciol, alla ricerca della vera essenza dei luoghi. E’ esposta a Casarsa della Delizia (Pordenone) nello spazio espositivo della ex Sala Consiliare, la mostra “Respiri di viaggio” che la città dedica al suo figlio illustre, Elio Ciol, autorevole maestro della fotografia contemporanea, le cui opere sono acquisite dalle collezioni permanenti di alcuni tra i più importanti musei del mondo, fra i quali il Metropolitan Museum of Art di New York, il Victoria and Albert Museum di Londra, i Musei Vaticani a Roma, il il Museo Pushkin di Mosca.

Tra i luoghi fotografati, la Cappadocia, la Mongolia, l’India, il Medioriente, il Mediterraneo: immagini in bianco e nero e a colori che conducono l’osservatore negli stessi paesaggi e panorami che il fotografo ha personalmente visitato e ammirato. Presenti anche le aree archeologiche, come ad esempio Petra e Giza, e dettagli delle più importanti sedi museali mondiali, come il Guggenheim di Bilbao.

È possibile visitare la mostra fotografica sino al 26 SETTEMBRE il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 19. Ingresso libero.

Saluti.

MC