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Ma è lui? Sì, è proprio lui, ora lo riconosciamo, è Gustavo Millozzi, alcuni anni fa. Ce lo diceva già la didascalia della foto ma abbiamo avuto un attimo di esitazione nel riconoscerlo; il tempo passa per tutti, prima per noi stessi, poi per gli altri; ma siamo abituati a credere il contrario, da presuntuosi.

La foto in questione, pubblicata su Fotoit di dicembre a corredo dell’articolo in memoria di Augusto Baracchini Caputi, mostra quest’ultimo in un momento di relax mentre parla insieme a un Gustavo degli anni ’80 ancora con tutti i suoi capelli scuri, elegante come sempre, con le mani in tasca. Crediamo che quella foto sia stata fatta in occasione di qualcosa legata alla fotografia, non può essere che così, non riusciamo ad immaginare Gustavo occupato in qualcosa di diverso; e poi c’è il grande Baracchini Caputi che ci rafforza in questa convinzione.

Non c’è da stupirsi. Siamo nel 1980, o giù di lì, e Gustavo era già attivo nel mondo della fotografia sin dagli anni ’50; un mondo quello della fotografia fatto non solo di scatti e di macchine fotografiche, ma anche di relazioni, di associazionismo, di manifestazioni, di mostre, di tutto quanto serva a diffondere l’arte della fotografia presso il grande pubblico, anche quello non alfabetizzato a quella disciplina. Aveva già collaborato allo sviluppo del Circolo Fotografico La Gondola di Venezia, frequentando diversi colleghi che poi sarebbero diventati famosi con la fotografia, aveva fondato il Fotoclub Padova (il Gruppo Fotografico Antenore lo fonderà succesivamente), aveva ricoperto cariche all’interno della FIAF e della FIAP. Perchè mai dovremmo pensare che quei due della foto stessero parlando di qualcosa di avulso dal mondo della fotografia? Ciò che conta sono le relazioni, i confronti, i dialoghi, non il punto di partenza di questi.

Ma una curiosità ci rimane. Di cosa stavano parlando quei due? Lo sappiamo, è una curiosità da pettegoli, ma forse Gustavo ci perdonerà questo piccolo difetto veniale e ce lo dirà.

Andrea Scandolara