Mostra di un amico…

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Mi permetto di segnalarvi una mostra di fotografie di un amico, Andrea Tonellotto di Piazzola Sul Brenta, introdotta da un altro amico Felice Volpe genovese.

Giuseppe Toffoli


Le foto di Andrea Tonellotto
di Felice
Volpe


Presentazione della mostra “Nobody. Is there anybody out there?”

Eccoci davanti all’opera di un professionista che utilizza la fotografia come supporto al suo lavoro ma che con le sue personali attitudini sa anche trasformarla in espressioni d’arte sfruttando l’insieme delle tecniche e regole necessarie alla sua attività. Quando Andrea Tonellotto si concede momenti di pausa, la macchina fotografica diventa lo strumento con cui egli ci racconta la sua passione per le forme espressive formalizzate, per i colori che le rendono vivaci, per la danza che i singoli elementi intrecciano nelle sue immagini. Basta osservare quei pali, quelle colonne e quei due lampioni, che sembrano sorvegliare la strada o gli effetti prospettici dei muri e dei balconi, per percepire come una materia inanimata possa prende vita e portarci dentro quella magia che Andre Tonellotto ha saputo creare con lucida ed intensa partecipazione.

Le immagini fotografiche possono lasciarci indifferenti ma possono anche agire su di noi come qualcosa che ci prende rimandandandoci a qualcosa di noto e tuttavia nuovo per noi.

Questi luoghi, queste mura, questi scorci e quei colori li conosciamo perché ci sono familiari, ma in questa sequenza di fotografie ci appaiono nuovi e diversi. E’ proprio questa la magia delle fotografia: stupirci in quanto prova di un esistente che credevamo conoscere bene e che quando ci viene ripresentato non ci sembra più quello.

Già, le fotografie di Adrea Tonelotto nascono dalla sua personale e poetica visione di una materia trasfigurata in linee e segmenti che immersi in una fantasia di colori passano davanti ai nostri occhi come se invece di fotografie guardassimo dentro un caleidoscopio che con i suoi pezzetti di vetro colorato crea piacevoli effetti ottici di simmetrie variabili.

La sensibilità di Andrea gli permette di evitare il rischio delle monotonia. Nel loro tranquillo ritmo le sue immagini sono ariose, fresche e vivaci e spesso nascondono piccoli particolare che ci rallegrano con la loro scoperta: la brina che copre il suolo, la pianta nel vaso che sembra ritrarsi nell’ombra, il praticello, l’indicazione del parcheggio e quelle magliette giocosamente appese ci dicono che il mondo creato da Andrea è anche un mondo in cui vivono persone che, garbatamente, si sono ritirate per lasciarci godere appieno la visione di quelle foto in cui l’insistenza su costrutti di maggior rilievo rappresenta uno dei più belli esempi di stile fotografico..

Chi visita questa piccola mostra ne rimarrà senza alcun dubbio, appagato.